Attenti all’ordine dei tratti!

Rieccomi qui a parlarvi di questa meravigliosa quanto complicata scrittura giapponese. Avete ormai capito che con migliaia di kanji e ben due alfabeti gli studenti giapponesi hanno un bel da fare a memorizzare. E poi ci domandiamo perché è gente che non molla? E come mollare se si votano al sacrificio sin da bambini? Ma perché complicarsi ulteriormente la vita stabilendo un numero ed un ordine dei tratti? Proviamo a spiegare e a non sottovalutare la questione tenendo presente che queste prescrizioni di numero kakusuu e di ordine hitsujun dei tratti sono stabilite dal Ministero dell’Istruzione giapponese.

Provate a pensare a quando qualcuno di noi scrive rapidamente, o alle ricette dei medici, ci sono parole o lettere che non riusciamo proprio a decifrare eppure dobbiamo solo districarci tra ventuno lettere dell’alfabeto, non certo in una giungla di kanji. Avere un numero ed un ordine dei tratti aiuta a scrivere bene: nella forma veloce si tende a perdere precisione e ad unire i segni, quindi avere un rigido ordine con cui scrivere aiuta a riconoscere il carattere. Pare che il nostro cervello tenda a cogliere la forma generale dei kanji perché conserva la memoria dell’esercizio ripetuto e dell’ordine stabilito anche se in velocità ne leghiamo i tratti. Inoltre, al di là di come si comporta il nostro cervello, essere obbligati a procedere secondo un ordine non ci permette di discostarci troppo dalla forma originaria, ovvero fa sì che le forme siano sempre simili. Riesco a spiegarmi?   

Nella riproduzione grafica sottostante trovate la lettera “o” dell’hiragana. L’ordine corretto è a sinistra e vedete l’ipotesi di come si può legare il tratto quando l’ordine e la direzione è rigidamente stabilita. Il carattere a destra è un’ipotesi NON realizzabile perché quell’ordine di tratti NON E’ CORRETTO e mi scuso con i puristi della scrittura giapponese, ma ci fa comprendere quanto l’ordine irrigidisca in una forma simile i segni grafici scritti senza precisione o senza staccare il pennello dal foglio. Vi faccio notare che si tratta solo di tre tratti e vi ricordo che i kanji possono avere anche venti tratti. Riconoscere un kanji diventa una questione di sopravvivenza.

Giusto per darvi la regola generale nell’ordine si procede: dall’alto verso il basso e da destra verso sinistra. Per oggi ci fermiamo qui, ma voglio aggiungere che conoscere il numero dei tratti ci permette di trovare un carattere nel dizionario: non di poco conto! Capite bene che non saper cercare un kanji in un dizionario equivale a non leggerlo. Vi devo però dire che per trovare un kanji in un dizionario bisogna conoscerne il radicale ufficiale. Cos’è un radicale ufficiale?! Ne parliamo la prossima volta.

Riproduzione di un maestro di calligrafia (di cui trovate la firma a tergo) di 無心 mushin come vedete il tratteggio non preciso e sintetizzato, rende il carattere flessuoso ed elegante ma quasi irriconoscibile. Per la calligrafia esistono regole ben precise che differiscono dal tratteggio regolamentare.