Fontana di Trevi

Nell’attuale Piazza di Trevi termina uno degli undici acquedotti della Roma antica che rifornivano di acqua l’Urbe: l’Acquedotto Vergine che fu costruito nel 19 a.c. quando regnava l’Imperatore Augusto. Il motivo della sua costruzione fu quella di rifornire le terme volute da Marco Vipsanio Agrippa, generale e amico di Augusto. Si tratta dell’unico acquedotto ancora attivo fin dai tempi dei romani e che scorre sotto terra per oltre 20 chilometri fino alla Fontana di Trevi che ne segna la fine. La fontana come la vediamo oggi è frutto di vari rifacimenti di cui il più importante avvenuto nel XVIII secolo ad opera dell’architetto Nicola Salvi che l’ha resa così spettacolare . La Fontana di Trevi, con l’imponente statua di Oceano, vuole essere un gigantesco omaggio al dio del mare e all’acquedotto costruito in suo onore.   La scena principale rappresenta Oceano su un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati che sono, a loro volta, guidati da due tritoni, esseri semidei perché metà uomini e metà pesci. I due cavalli e i due tritoni marini simboleggiano gli stati del mare: quello calmo e quello agitato. Infatti uno dei due tritoni soffia a pieni polmoni dentro a una conchiglia: questo suono era in grado di calmare le tempeste e preannunciava l’arrivo del dio del mare e rappresenta quindi la calma. L’altro tritone che cerca di guidare il cavallo nervoso rappresenta chiaramente lo stato agitato. Perché la fontana si chiama Trevi?  L’origine del nome sarebbe dovuta al fatto che la fontana sorgeva presso un incrocio di tre strade e dal nome antico  Fontana del Trejo e quindi oggi diventato Fontana di Trevi. Quali sono le curiosità della fontana?   Una è sicuramente la piccola Fontanella degli Innamorati realizzata sempre dal Salvi per dare la possibilità ai passanti di dissetarsi. Si trova a destra in basso alla gradinata e se guardiamo questa semplice fontanella, notiamo due getti d’acqua che si incrociano poco prima di toccare la vasca rettangolare. Secondo un racconto popolare, le coppie che bevono a questa fontanella restano innamorate e fedeli per sempre! Era un semplice rito che in passato aveva luogo il giorno prima della partenza del giovanotto per il servizio militare:  i due giovani si recavano alla fontanella; la ragazza riempiva d’acqua un bicchiere mai usato e lo offriva all’innamorato e dopo che il fidanzato aveva bevuto,  il rituale si concludeva rompendo il bicchiere. Solo così la ragazza era certa che il fidanzato sarebbe tornato da lei e quindi di non perdere la persona amata! Un’altra curiosità è il grande vaso sulla destra della fontana e che i romani chiamano asso di coppe. Si dice che durante i lavori di costruzione della fontana, ci fosse un barbiere con la bottega proprio da quel lato della piazza e che questi si lamentasse in continuazione per i disagi e il rumore causati dal cantiere. Allora l’architetto Salvi, stanco delle lamentele, avrebbe realizzato l’enorme vaso e collocato davanti al negozio del barbiere per impedirgli la vista del cantiere! Ma la leggenda popolare più famosa è quella che assicura il ritorno nella Città Eterna lanciando una monetina nella fontana. Provare per credere!                                                                                                                                                                Luigia