Il ruolo delle donne

La vita delle donne era molto difficle nell'antichità.  I padri  avevano diritto di  vita o di morte sulle nasciture. Il dramma iniziava già dai primi  vagiti in   quanto  il padre doveva  accettare la figlia ordinando di allattarla,in caso contrario la neonata sarebbe stata "esposta".
L'infanzia era breve , presto veniva promessa ad un uomo spesso di 20/30 anni più grande di lei, a 12 anni poteva sposarsi  anche se a volte veniva trasferita molto prima nella casa del futuro sposo.
Le mogli dovevano essere fedeli al marito ed uscire con il capo coperto da un velo. Fino al II secolo d.C. il padre poteva decidere di riavere indietro la propria figlia dopo il matrimonio ,decidendo unilateralmente di interromperlo anche contro il volere della figlia. In seguito si cercò di tutelare  maggiormente  la  donna   e   permetterle   di restare con il marito ,se lo desiderava. Il divorzio era accettato e c'era anche una pratica   odiosa   che permetteva di cedere temporaneamente la donna ad un amico / alleato  che  l'avesse richiesta per poter avere un figlio anche se a volte venivano cedute già incinte del primo marito. Alla morte del padre le donne erano libere e padrone di se stesse ma avevano comunque bisogno di un tutore legale . Con il passare del tempo le donne ricche iniziarono ad amministrare da sole il proprio patrimonio anche se dal punto di vista legislativo non venne loro riconosciuta la capacità giuridica. La  donna   rivestiva   un ruolo   nella società soprattutto come madre anche se la mortalità infantile era alta, si pensa al 20%  ed anche la percentuale di donne che morivano a causa del parto era alta ,intorno al 10%. La vita riproduttiva delle donne era influenzata dalla cattiva alimentazione, la maggior parte della popolazione era povera, ed   anche   dalla   giovane   età   stabilita per   i  matrimoni.   A volte la sposa era ancora bambina, al di sotto dei 12 anni e veniva data in sposa a condizione che il matrimonio non fosse consumato. L'aborto  era diffuso  ma  molto spesso le donne usavano pozioni strane per abortire e rischiavano   la morte per avvelenamento. I medici non sempre accettavano di procurare un aborto a   donne sposate temendo di diventare complici nel nascondere le prove di un concepimento extraconiugale.  
Ottaviano riscrisse il diritto di famiglia imponendo alle donne libere di partorire un minimo di 3 figli ed alle liberte di 4 se volevano avere i benefici legati al loro status sociale. Si pensa che Ottaviano fosse preoccupato del tasso di natalità sempre più basso soprattutto tra le classi più abbienti.
Perché a Roma non si procreava più? Le ragioni forse erano molteplici, una poteva essere legata all'avvelenamento da piombo ampiamente utilizzzato ed  un altro poteva    essere l'alta mortalità delle partorienti, per cui dopo aver partorito 3 volte ,anche nel  caso  in cui tutti i figli fossero nati morti  ( la legge parla di "partorire" e basta)  le donne si astenevano dal sesso nella speranza di poter vivere più a lungo e permettevano al marito di avere una concubina che aveva tutti i diritti della moglie ed i figli sarebbero stati cittadini romani.     Gli uomini però   non   amavano i  figli  illegittimi  e  l'aborto  era  esecrabile  solo  se  effettuato   all'interno del matrimonio. Alle  donne  era  richiesta  la  fedeltà  assoluta mentre un uomo che non tradiva la moglie veniva   considerato troppo dipendente da questa e guardato con sospetto .  La  società era  già  piena  di contraddizioni e l'uomo fu quello che mal digerì il suo   ridimensionamento   a   partire   dall'età imperiale.   Nel  II  secolo d.C la donna aveva iniziato   ad  avere  qualche  vantaggio   in  più   che  però   si   perse   con    l'avvento del cristianesimo quando venne considerata inferiore e  poco affidabile.
                                  Anna