Il traffico

Il traffico era uno dei grandi problemi delle Roma antica e non solo, le tante viuzze che si ramificavano formando un labirinto non aiutavano certo uno scorrere fluido ,poche erano le arterie in città, la maggior parte delle strade erano vicoli e vicoletti che s’inerpicavano su per le salite e rari erano i marciapiedi. Nel 45 a.C Giulio Cesare pensò di introdurre delle limitazioni e durante il giorno ai veicoli a trazione animale fu impedito di entrare in città. La notte invece si poteva circolare liberamente e c’erano zone dove era quasi impossibile chiudere occhio per il rumore dei veicoli che portavano le merci in città. Roma aveva anche diverse zone di parcheggio, in genere vicino alle porte d’ingresso della città ,dove i veicoli potevano stazionare dall’alba al tramonto. La regolamentazione del traffico subì qualche modifica in età imperiale ma fu Adriano che regolamentò il peso dei carri per evitare che sfondassero le fogne che passavano sotto le strade lastricate. La vita cittadina si svolgeva per strada e durante il giorno il suolo pubblico era occupato da numerosi venditori e bancarelle tra cui bisognava farsi spazio. Durante il giorno potevano circolare solo le lettighe o le portantine a causa del divieto di circolazione per i veicoli a trazione animale ed anche nei riti funebri il feretro veniva trasportato in lettiga o in una barella se la persona deceduta era povera. Gli unici veicoli a trazione animale che potevano circolare anche durante il giorno erano quelli adibiti al trasporto dell’immondizia. I romani che potevano farlo a volte abbandonavano la città e si ritiravano in campagna per godere dei vantaggi di una vita più tranquilla lontano dai rumori notturni e dal caos diurno.

Anna