La pena di morte

Nell’antichità era prevista la pena di morte per una serie di delitti. Le tecniche per porre fine alla vita del malcapitato erano diverse e spesso crudeli, ad esempio chi si rendeva colpevole di un parricidio veniva ucciso con la “pena del sacco”. Il condannato veniva portato in prigione con zoccoli di legno ai piedi ed un cappuccio di pelle di lupo in testa e frustato, poi veniva cucito in un sacco di cuoio insieme ad un animale ,un cane, un gallo una vipera o una scimmia e dopo essere stato trainato per la citta ,su di un carro trainato da un bue nero ,veniva gettato nel fiume o nel mare. In età imperiale le pene divennero ancora più aspre. La pena di morte poteva essere inflitta per decapitazione, condanna ad bestias (essere divorato dalle bestie),crocifissione, vivicombustione a queste pene aggiungiamo la castrazione per gli omosessuali passivi e la tortura , particolarmente cruenta, riservata alle nutrici che si rendevano ree di indurre delle ragazze a fuggire con un uomo, a queste veniva versato piombo fuso nella gola ed , ironia della sorte , questa tortura venne introdotta da Costantino , il primo imperatore cristiano. Le donne venivano raramente condannate a pene pubbliche, se escludiamo le martiri cristiane. La condanna a morte di una donna era quasi sempre eseguita di nascosto. A parte le martiri , la pena di morte era prevista per le adultere. Nella maggior parte dei casi le donne venivano processate in famiglia ed in famiglia uccise. Pene, erano pure previste ,sempre in ambito familiare alle donne che bevevano vino, in quanto era a loro proibito. Le uniche donne che potevano bere il vino erano le Menadi , seguaci del Dio Dionisio . Una pena diversa era riservata alle Vestali che avessero infranto il voto di castità , la condanna veniva emessa dal pontefice massimo e la Vestale era accompagnata alla porta Collina delle Mura Serviane, qui fatta scendere in un camera sotterranea dove c’era un letto , pane, acqua, olio ed una fiaccola e lì murata viva.
Il suicidio era considerato una forma di morte privilegiata. A volte , a causa della violenza della situazione politica non restava che la morte ed il suicidio era considerato un’uscita di scena dignitosa. Il suicidio più onorevole era quello di trafiggersi con la spada, disonorevole l’impiccagione, ma ci si suicidava anche con il veleno. Se era necessario suicidarsi di fretta allora si usava il laqueum un laccio speciale che dava la morte per strangolamento e persino alcuni imperatori lo portavano sempre con se come ad esempio Eliogabalo e fu Gordiano ad utilizzarlo per togliersi la vita.
Coloro che si macchiavano di tradimento nei confronti dello Stato venivano decapitati dalla scure o gettati dalla Rupe Tarpea in seguito la scure venne utilizzata solo per punire i soldati o i prigionieri che si ribellavano, la scure venne poi sostituita dalla spada. Durante la Repubblica uno dei consoli poteva bloccare le iniziative dell’altro in questo campo ed i condannati potevano chiedere che il popolo venisse coinvolto per esaminare nuovamente il processo . I romani iniziarono ad avere la “possibilità” dell’esilio ed in questo modo le pene capitali diminuirono parecchio , ripresero però in età imperiale a causa di un mutamento del clima politico. Un’altra forma di punizione era la “Consacrazione agli Dei”, pena inflitta a chi si rendeva colpevole di aver spostato o rimosso i cippi di confine ed in seguito il tradimento della fiducia da patrone e cliente e viceversa. In questa pena chiunque poteva uccidere il colpevole. Il reo veniva messo al bando ed a nessuno più interessava della sua vita per cui chiunque poteva ucciderlo senza incorrere in punizioni. I traditori venivano anche sottoposti al supplizio dell’arbor infelix, infelix perchè dedicato alle divinità degli inferi , legato lì e frustato a morte. La stessa pena era riservata agli amanti delle vestali che avevano infranto il voto di castità ed a quelli che maledicevano il raccolto altrui. La crocifissione era riservata agli schiavi che a volte venivano uccisi per motivi futili. Gli uomini liberi venivano sottoposti alla crocifissione solo in casi eccezionali come ad esempio Attilio Regolo, crocefisso dai cartaginesi. Da pena per gli schiavi la crocefissione venne in seguito usata per mettere a morte banditi ribelli e delinquenti di varia specie. Una strana curiosità è che i chiodi usati erano molto ricercati perchè venivano usati per i sortilegi. Costantino eliminò la crocefissione ed introdusse il rogo a cui venivano sottoposti i maghi, gli omosessuali passivi e coloro che distruggevano le messi.

Anna